L’anno senza inverno. Tutta colpa di El Niño?

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By mario

L’unico evento invernale degno di nota è stata la “tempesta polare” che ha colpito l’Italia tra 16 e 18 gennaio, un’ondata di gelo molto intensa che ha portato la neve fin sulle coste dell’estremo Sud ma è stato un fenomeno isolato in un contesto stagionale eccezionalmente mite prima con il poderoso anticiclone che ha provocato non solo caldo, ma anche siccità, smog e incendi fuori stagione tra fine ottobre e inizio febbraio, e adesso il tiepido flusso zonale atlantico che ha riportato il maltempo ma con neve solo ad alta quota e temperature sempre di gran lunga superiori rispetto alle medie del periodo.

Siamo giunti alla fine della prima decade di febbraio e almeno per i prossimi dieci giorni non si verificheranno irruzioni di freddo significativo. Possiamo quasi parlare di “anno senza inverno” anche se manca più di un mese al Solstizio di Primavera e non sono rare nevicate proprio tra fine febbraio e inizio marzo.

E’ ancora prematuro azzardare analisi e bilanci stagionali. Certamente però possiamo esprimere una riflessione importante. L’anno senza inverno di questa stagione sull’Italia non è certo legato al global warming o ai cambiamenti climatici.

“L’anno senza inverno” di questa stagione non rientra in alcun tipo di trend climatico: episodi così sono capitati più e più volte nel corso della storia. E’ successo nell’inverno 2006/2007 e anche nel 1997/1998.

Guarda caso, nel 1997 si verificava l’ultimo grande evento di El Niño nell’oceano Pacifico come accaduto nel 2015. Ecco perchè nelle anomalie di questa stagione Euro-Mediterranea non c’entra il global warming ma c’è lo zampino di El Niño che stravolge il clima di tutto il Pianeta.

E’ giusto ricordare che nell’anno successivo, inverno 1998/1999, si verificarono eccezionali nevicate fin su coste e pianure al Sud dopo la formazione del fenomeno de La Niña che segue El Niño e che è già stato previsto per i prossimi mesi.

Con questo non bisogna dimenticare che ancora per diverse settimane potrebbe verificarsi qualche sorprendente “colpo di coda”.