Virus e inquinamento, agevola la diffusione

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By Gaetano

Evidente correlazione tra virus e inquinamento. Il PM10 agirebbe da vettore del virus, agevolandone la diffusione.

Uno studio curato da alcuni ricercatori italiani e medici della Società italiana di Medicina Ambientale (Sima) pare abbia dimostrato la correlazione tra virus e inquinamento o meglio tra inquinamento ( soprattutto quello atmosferico) e la facilità di diffusione del Covid-19.

Virus e inquinamento: il lavoro dei ricercatori

Leonardo  Setti dell’Università di Bologna e Gianluigi de Gennaro dell’Università di Bari hanno incrociato i dati provenienti dalle centraline di rilevamento delle Arpa e i dati delle  rilevazioni del contagio da Covid19 riportati dalla Protezione Civile, nel periodo tra il 10 e il 29 febbraio.

Il confronto tra questi dati evidenzia una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 e PM2,5 e il numero di casi infetti da Covid-19.

 

L’inquinamento della pianura Padana favorisce il contagio

Si è verificata una accelerazione anomala dell’espansione dell’ infezione in pianura Padana, proprio in coincidenza  con le più alte  concentrazioni di particolato atmosferico riscontrate nel mese di febbraio nelle suddette zone. A supporto di questa tesi il confronto tra  la città di Brescia, la più colpita da inquinamento, uno dei focolai del contagio, e Roma che non ha mostrato un fenomeno così virulento seppur l’ inizio dell’ infezione si sia presentata con le stesse tempistiche.

Le PM10 sono diffusori degli agenti patogeni.

La letteratura scientifica ha dimostrato da tempo che l’inquinamento da Pm10 sia facilitatore delle infezioni come la polmonite e il morbillo. Ciò vale anche per il Coronavirus: il particolato funge da carrier per il trasporto del virus, da autostrada per il contagio. Per mezzo del particolato il virus riesce a percorrere distanze molto più lunghe rispetto alla situazione di aria salubre.

Virus e inquinamento

La distanza di un metro potrebbe non bastare in condizioni di inquinamento

Lo studio mette in luce un altro fattore: «L’attuale distanza considerata di sicurezza – fa notare Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) riferendosi allo spazio di un metro – potrebbe non essere sufficiente». In conclusione occorre ribadire che la  miglior prevenzione nei confronti delle infezioni, qualunque esse siano, è quella di ridurre l’ inquinamento dell’ambiente in cui viviamo.